ASviS, territori in affanno su transizione, quasi fermi al 2010
Peggiorano povertà, acqua, disuguaglianze, ecosistemi e istituzioni
Tra il 2010 e il 2024 le disuguaglianze tra le Regioni italiane in termini di sviluppo sostenibile aumentano o non si riducono, a fronte di una tendenza generale insoddisfacente, che vede oggi il nostro Paese in una posizione simile, se non peggiore, a quella del 2010 per 10 obiettivi sui 17 dell'Agenda 2030. Dei 14 Goal di sviluppo sostenibile analizzabili a livello territoriale, solo per l'economia circolare si evidenziano miglioramenti diffusi (18 Regioni e Province Autonome su 21), mentre in quasi tutti i territori si ha un peggioramento per povertà, risorse idriche, disuguaglianze, qualità degli ecosistemi terrestri e giustizia e istituzioni. È quanto emerge dal sesto Rapporto "I Territori e gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile. Obiettivi globali, soluzioni locali" dell'Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS), presentato oggi presso la sede del Cnel. Scendendo a livello di obiettivi quantitativi specifici, in 11 Regioni/Province Autonome gli obiettivi raggiungibili entro il 2030 sono meno di un terzo e dieci Regioni si stanno allontanando da più del 30% degli obiettivi. Guardando alle Città metropolitane, la situazione migliore si registra a Torino, Milano, Bologna e Firenze (città che sembrano in grado di raggiungere almeno il 43% degli obiettivi), mentre molte altre registrano andamenti negativi o progressi insufficienti per almeno il 50% degli obiettivi, con Venezia, Napoli e Reggio Calabria che mostrano andamenti negativi o insufficienti per oltre il 70% (dieci obiettivi su quattordici). Si confermano le storiche distanze tra Nord e Sud, ma emergono nuove disuguaglianze anche all'interno delle singole aree, con interessanti segnali di dinamicità in alcune regioni meridionali e arretramenti in zone settentrionali. Tra le realtà più avanzate figurano la Provincia Autonoma di Trento, la Valle d'Aosta, la Liguria e l'Umbria, per le quali appare realistico il conseguimento di circa il 43% degli obiettivi considerati. "Le politiche attuate negli anni passati e il PNRR non sono stati in grado di accelerare lo sviluppo sostenibile in gran parte del Paese e di ridurre le distanze tra i diversi territori - afferma Enrico Giovannini, direttore scientifico dell'ASviS -.Le proposte dell'ASviS per orientare le politiche territoriali e urbane verso lo sviluppo sostenibile, frutto del lavoro di centinaia di esperti, possono rappresentare la base per azioni decise a valere sui fondi europei e nazionali, per dare al Paese la spinta allo sviluppo necessaria dopo la fine del PNRR".
(S.A.Dudajev--DTZ)